L’ uomo nuovo
Che cosa intendiamo per “un uomo”? Che cos’è un uomo e cosa lo rende veramente tale? Qual è la vera essenza della maschilità, e perché spesso vediamo invece molti suoi aspetti “tossici”?
E’ il padre che dovrebbe aiutare un ragazzo a renderlo uomo. Esattamente come il padre lo ha imparato dal proprio e così via, indietro per generazioni e generazioni. È il padre che trasmette la saggezza, la forza e le capacità di cui un giovane ha bisogno di imparare per “fiorire” come uomo.
Fino agli anni 20 del secolo scorso, nella famiglia standard, l'uomo era il capofamiglia disciplinato, che comandava e la donna era l'allevatrice di bambini e casalinga. L'uomo era il protettore e la donna la nutrice. Tutti sapevano come comportarsi e guai a chiunque dicesse o agisse diversamente.
Infatti, ancora oggi, se andiamo in giro per il mondo, nelle capitali di tutti gli stati troviamo statue di uomini tutte con pistole, spade o altre armi o in alternativa una bandiera.
Al momento attuale stiamo attraversando il passaggio all’era dell’Acquario e l'età del patriarcato si sta concludendo. Cosa sta succedendo?
Mentre uomini si stanno accorgendo, forse su un piano ancora inconscio, che non potranno mai raggiungere tale "grandezza", immagine falsamente onnipotente, le donne, dal loro canto, si sono ribellate cercando uguaglianza. Ma in un paradigma limitante dove aggressività e arrivismo sono il mezzo più veloce per raggiungere potere, successo o anche solo riconoscimento.
Qualcosa però ora sta cambiando, qualcuno lo elegge a progresso ma nei suoi estremi ci sono rappresentazioni al limite dell’illusorio come l’affermazione di genere. (…) La chirurgia estetica non può annullare decine di migliaia di anni di DNA e di evoluzione biologica.
Quindi torniamo alla domanda riguardo cosa sia veramente essere un uomo?
Alcuni pensatori teorizzano un piano sottostante per distruggere l'unità familiare, indebolendo e “castrando” gli uomini in tutto il mondo. Dopo ben due guerre mondiali l’uomo, tornato a casa senza anima, a malapena riusciva a restare nel suo ruolo familiare e a dare quel che si deve alla prole, fisicamente ed emotivamente. I ruoli del Padre e della Madre si sono così piano a piano confusi.
La madre, la donna si è dovuta assumere, per assenza dell’uomo, tutte le funzioni vitali ed educative di base: dispensatore di amore, regole e sostituta della figura paterna di supporto. Le donne, a questo punto non hanno avuto altra scelta che riattivare la loro energia maschile motivate da un mero bisogno di istinto di sopravvivenza.
Dagli anni sessanta in poi circa, le figlie discendenti, in seguito, le hanno imitate mentre ai figli maschi è stata tramandata l’immagine di una famiglia in cui il potere fosse prerogativa delle donne.
(Qui l’autore descrive la storia della sua ascendenza, descrivendo la figura di una nonna paterna lasciata sola a gestire una famiglia in stati di sopravvivenza precari in attesa, di un eventuale ritorno del marito, trasformandola in una donna rigida e a tratti violenta).
Gli altri (*la nonna, ndt) la trovavano impossibile, un carro armato. Io, invece, ho sempre avuto molto rispetto per lei fino alla sua morte, avvenuta quando avevo circa 20 anni. Lei mi è sempre sembrata l’unica persona che potessi dire di conoscere veramente, che considerassi molto forte. Non si faceva intimorire da nessuno, diceva quello che pensava in faccia alla gente e men che meno le interessava cosa la gente pensasse di lei. Per me era come un supereroe emotivo, per me che mi sentivo il "uomo nuovo"(*) emotivamente sensibile come me .
Mio padre, dal canto suo, un uomo passato da madre prepotente a moglie prepotente. Un modello che molti di noi seguono ancora inconsciamente. Emotivamente fragile attivava spesso atteggiamenti di compiacimento e sottomissione intervallati da momenti di forte rabbia.”
È, quindi, compito del padre guidare un giovane uomo/ragazzo nelle sue onde emotive ed insegnargli a trovare un modo per gestirle, fino a liberarsi di emozioni nocive, in maniera matura e centrata. E’ questo ciò che un padre deve insegnare al figlio. E questo non è mai stato e difficilmente può essere il ruolo di una madre.
Ma come abbiamo visto, se il padre non lo ha imparato e si trova ancora in una mentalità infantile, come potrà mai trasmettere ciò di cui suo figlio ha veramente bisogno?
Il "Nuovo Uomo del XXI secolo" è un uomo invece soggiogato. Un uomo spogliato della sua dignità e del suo giusto posto nella società. Una creazione del patriarcato per tenersi il potere.
La sottomissione è la reazione del bambino/ragazzo dominato dagli altri, che non ha altre soluzioni, che perde la sua creatività, diventa distruttivo, che non sa come regolare i suoi sentimenti e le sue emozioni che è senza confini che lo facciano sentire protetto.
E la violenza è la risposta dell'uomo bambino che non può esprimere le sue emozioni in nessun altro modo perché non gli è stato insegnato.
E perfino le donne ci credono: quante donne si innamorano di delinquenti o criminali perché credono che questo sia la cosa più simile ad un vero uomo?
Allora, oggi, come possiamo esprimerci, noi uomini, in una realtà in cui l’unica strategia per la vittoria sembra essere l'uso della violenza e l'abuso fisico e mentale? E senza avere avuto la giusta educazione emotiva da parte di un maschile sano?
Come possiamo reimparare a comportarci da uomini adulti, veri e responsabili ma comunque sensibili?
Prima di tutto dobbiamo lavorare su noi stessi.
È l’unica vera alternativa.
Nessuno ci salverà. Dobbiamo essere noi a guarire noi stessi.
Entrare in contatto con i nostri bisogni emotivi, osservare le reazioni e attivare la versione adulta che esiste e che risiede nel profondo di noi stessi.
Trovare quali sono i traumi, le debolezze e superarli.
L’uomo può semplicemente ritrovare la sua indipendenza e il suo potere.
Noi uomini dobbiamo diventare genitori di noi stessi. Diventiamo quel Padre di cui abbiamo veramente bisogno.
Mettiamo quei confini che nessuno osi oltrepassare. Con fermezza ma gentilezza allo stesso tempo.
Impariamo a discernere su chi e come dare un ruolo agli altri nelle nostre vite.
Manteniamo il nostro spazio, proteggiamolo, nutriamolo.
Organizziamoci e sosteniamoci.
Impariamo a prendere decisioni. Riprendiamo l’attitudine alla guida.
Ricominciando dalle nostre vite e dalle nostre azioni.
(testo tratto da Michael Salisbury e dal suo lavoro sul trattamento e il rilascio dei traumi, fonte https://www.freedom-monkey.com/italian-uomo)
*L'uomo nuovo era un archetipo, del comportamento maschile, ampiamente discusso nei mass media nel Regno Unito alla fine degli anni 1980 e 1990. L'uomo nuovo era tipicamente rappresentato - positivamente o negativamente - come un uomo eterosessuale che combinava due caratteristiche principali: una preoccupazione per lo stile e la cura personale con atteggiamenti largamente pro-femministi, nell’accezione più comune un uomo che si permette di esprimere il suo lato premuroso, solidale e di condividere la cura dei bambini e i lavori domestici).
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