L’entusiasmo è spirituale?

Il thethaealing è una filosofia che come tante altre correnti di pensiero si focalizza la pratica spiritual sulle virtù.

Le virtù sono abilità dell’essere contenute nello spirito della persona e che veniamo ad attivare nella pratica quotidiana. Il cammino spiritual è allora il percorso di vita che ci porta a padroneggiarle e a farle scendere dal piano potenziale a quello pratico e quotidiano.

 In questo senso chi è più spirituale fra un praticante di Thetahealing e un ateo che non pratica nessuna meditazione né fa corsi di crescita?

Non lo sappiamo, ma la vita lo sa, quando vede cosa fanno ogni giorno, non cosa pensano, o cosa c’è nel cuore ma come praticano la vita, le relazioni comprese quelle con il proprio sé.

La vita umana, le sue condizioni e la natura sono difficili e non sono fatte per avere un senso, se non quella di viverla.

Per quanto le buone intenzioni ci siano e i presupposti di sentirsi una persona gentile e altruista la relazione con l’esterno è complicato da quello che c’è sotto la coscienza e cioè il cervello rettiliano, che già la parola a molti attiva. Ed esso manda impulsi per la reazione al mondo esterno. Più i traumi sono stati tanti più il suo funzionamento si sposta verso la sola reazione attacco e fuga o congelamento.

Quando funzioniamo così come è possibile attivare la parte virtuosa di noi quando il se sopravvivenza va in allarme?

Ci sono due scelte immediate: la maschera e la rinuncia.

La maschera funziona per un po’ e supporta, la rinuncia a volte è più spontanea.

Entrambe sono spirituali perché attivano comunque virtù: la prima la famosa resilienza e anche qualche altra intelligenza sociale, e la seconda di sicuro l’accettazione.

Ma c’è una cosa che le divide come gli abissi degli oceani e soprattutto energeticamente e cioè la autenticità.

Un traumatizzato come lo sono tutti gli umani, anche mediamente che si approccia a tecniche di meditazione per liberarsi del peso della paura e della frustrazione o della sola noia rischia di perderne in autenticità se cerca l’amore incondizionato a coprire le ferite. I traumi non si cancellano, si vedono, si accettano, si liberano dal corpo e poi si trasformano in virtù e finalmente le si usano tutti i giorni.

Ma se i percorsi di crescita sono un bypassing per evitare il lavoro sul trauma, forse sarebbe più opportuno chiamarle passeggiate del benessere. Che sono veramente rinfrescanti.

Quando invece trauma e amore ballano insieme lo spirito scende a rinfrancare veramente. E ci saranno due grandi premi ad aspettarci: l’autenticità e l’entusiasmo.

Buon entusiasmo (“Dio in te”) a tutti

Barbara

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